domenica 14 dicembre 2008

Virtualizzazione: guida alle soluzioni Microsoft, VMware ed opensource

  1. Le soluzioni per la virtualizzazione proposte da Microsoft
  2. Tutti i segreti di VMware Player
  3. Con VMware Converter le macchine "fisiche" diventano virtuali
  4. Virtualizzare sistemi operativi ed immagini ISO con VirtualBox
La virtualizzazione è una tecnica che permette di creare risorse "virtuali" a partire da quelle normalmente fornite "fisicamente". L'applicazione più comune consiste nel creare "macchine virtuali" a partire dalle risorse hardware fisicamente presenti e poggiando sul sistema operativo installato. Ciò significa che utilizzando appositi software per la virtualizzazione (le varie soluzioni VMWare, Microsoft Virtual PC, Xen, Parallels, VirtualBox,...), è possibile configurare dei "sottosistemi" completamente a sé stanti sulla macchina utilizzata. Diventa quindi possibile, ad esempio, eseguire un sistema Linux dalla piattaforma Windows e viceversa. La macchina virtuale (sistema "guest") creata risulta totalmente indipendente dalla configurazione del sistema ospitante ("host").

Le soluzioni per la virtualizzazione possono essere impiegate, ad esempio, in sostituzione delle procedure di dual-boot o di multi-boot impiegate siano a qualche tempo fa. In questi casi, infatti, l'approccio impiegato consisteva nel suddividere il disco fisso in più partizioni, installare i vari sistemi operativi in una o più partizioni infine configurare una procedura ("boot manager") che consentisse, all'avvio della macchina, di selezionare mediante un menù il sistema operativo da avviare di volta in volta.
Utilizzando la virtualizzazione, invece, il sistema operativo installato ("host") può essere anche uno solo: una volta avviato si potranno eseguire, sotto forma di macchina virtuale, un numero potenzialmente infinito di sistemi operativi, anche totalmente differenti tra di loro.

La virtualizzazione consente quindi di ottimizzare il carico di lavoro sulla macchina aumentando parimenti la produttività dell'utente. Si pensi, ad esempio, alle necessità degli sviluppatori che desiderino verificare periodicamente il corretto funzionamento delle loro applicazioni su più sistemi operativi; alla possibilità di fruire di applicazioni Linux mentre si sta lavorando in Windows (o viceversa); alla possibilità di saggiare il funzionamento di nuovi programmi senza intaccare la configurazione del sistema operativo "host" ovvero di quello "realmente" installato sul disco fisso.
E' bene ricordare che le macchine virtuali sono configurabili come sistemi facenti parte della propria rete locale: è quindi possibile accedervi dalla LAN e scambiare, quindi, senza problemi, file e cartelle.

In questo articolo, ci proponiamo di offrirvi una disamina delle principali soluzioni gratuite opensource disponibili sul mercato. L'ultima versione del software per la virtualizzazione "stand alone" è Virtual PC 2007 che consente tra l'altro permette l'accelerazione hardware per quei processori che supportano direttamente la virtualizzazione. Disponibile nelle versioni a 32 o 64 bit, Virtual PC 2007 è in grado di operare su Windows XP, Windows Vista Business, Enterprise ed Ultimate e Windows Server 2008. Le versioni Home di Windows XP e Vista sono purtroppo escluse. Il colosso di Redmond ha considerato infatti Virtual PC 2007 come parte integrante della strategia che ha come obiettivo quello di spingere l'utenza a migrare verso Windows Vista. Tramite l'utilizzo di Virtual PC gli utenti che migrano a Vista possono ad esempio eseguire precedenti versioni di Windows in modo da garantirsi la possibilità di avviare software incompatibili con il più recente dei Windows.
Virtual PC 2007 (prelevabile gratuitamente, in lingua italiana, facendo riferimento a questa pagina) si rivela una valida soluzione per la creazione e la gestione di macchine virtuali Windows. Per la virtualizzazione di sistemi Linux è bene orientarsi sui prodotti VMware oppure sull'opensource Virtualbox.

http://www.ilsoftware.it/articoli.asp?id=4870&pag=0

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